Parola italiana del giorno: ‘Cioè’
Una volta che si ottiene la lingua intorno al boccone di vocali, cioè (pronunciato “cho-eh”) può tornare molto utile.
È una contrazione di ciò (this/that) ed è (is), e significa “cioè”, “cioè”, “cioè”. È un modo per seguire qualcosa che hai appena detto e renderlo più chiaro o dare maggiori dettagli.
Sono arrivato il 13, cioè domenica.
Sono arrivato il 13, cioè domenica.
Nel gioco del cricket mia figlia è un bowler, cioè lancia la palla.
Nel cricket mia figlia è una bombetta, cioè, lei lancia la palla.
Mi mancano ancora alcuni mobili, cioè: un tavolo, due sedie, un comodo.
Mi mancano ancora alcuni mobili, ovvero un tavolo, due sedie, un comodino.
E quando qualcun altro non è stato così chiaro come vorresti, puoi trasformare cioè in una domanda per richiedere una spiegazione.
– Verrò presto.
Puoi anche usare cioè per correggerti a metà frase – un po ‘ come dire “o meglio” o “Voglio dire…” dopo uno scivolamento della lingua. Quando è usato in questo modo potresti sentire le persone aggiungere sì o no in seguito per un’enfasi extra.
Fai venire qui Luigi – Mario cioè.
Porta Luigi, intendo Mario, a venire qui.
Questo è il mio, cioè no, il tuo!
Questo è mio, o meglio, tuo!
Non posso venire, cioè sì, mi basta saperlo per tempo.
Non posso venire, o meglio, posso, devo solo sapere in tempo utile
Ma anche quando non sei abbastanza sicuro di cosa intendi, cioè è la parola per te. Al giorno d’oggi lo sentirai usato come riempitivo, una parola in pausa che puoi afferrare mentre cerchi una frase migliore. In effetti per alcuni parlanti italiani, cioè è diventato un po ‘ un tic verbale – proprio come la parola “mi piace” in inglese.
Sì, cioè Sì, beh, sai know
Cioè, è bello, vero?
Piace, è bello, vero?
E proprio come “like”, cioè è amato dagli adolescenti – tanto che c’è una rivista per adolescenti che porta il suo nome. Tipo, figo!
Una recente edizione di Cioè.
Hai una parola in italiano che vorresti caratterizzassimo? Se è così, scriveteci con il vostro suggerimento.
Leave a Reply